1530-1540
Painting, Guardaroba del Re (Francis I), Paris or Fontainebleau.
A “quadro” of this subject “di mano del Rosso” in the “Guardaroba del Re” was seen and described by Giulio Camillo Delminio in a version of his L’Idea del teatro under “Ingiustissimo Amor. perché si raro…” quoted by Toscanello and Dolci (See Bolzoni, 1984, 129-130, under [L’AMORE]):
“dove era un albero d’una certa sorte di foglia grande e stravagente, che mai non seppi conoscere et di quelle che vedute havea, a quale assomigliarla. Bizarre era ella, et bella per ogni veduta. Sotto questo albero, anzi frutto maraviglioso, ben folto, et ben alto et ombroso, che il più bello non si poteva figurare, stava un bellissimo garzone ignudo, con le ali, et con la benda a gli occhi, et con un arco tirava a tutti coloro che frutti pigliavano di tal pianta, foglie, et fiori. Et gli strali suoi erano parte acuti, parte spuntati: certi d’oro, et tali piombo. Haveva questa pianta d’ogni tempo fiori, foglie et frutti, et erano i rami suoi pendenti in tal maniera che donne et huomini, così vecchi come giovani corre ne potevano non si scommodando molto. Coloro che coglievano i frutti, della patria s’innamoravano; i fiori signifavano lo amor che si portano l’una all’altra le creature, et le foglie, alla robba. Tirava così svolazzando il cieco giovane per tutti i versi, et dove con l’udito sottilissimo sentiva la brigata, la qual tratta o dalla soavità et dolcezza del frutto, o dall’odore e vaghezza del fiore, o dalla bellezza viva della verde foglia, che ne andava cogliendo, i feriti da questo per sorte o per disgrazia, non potevano mai più secondo i colpi distorsi dallo amore di quella cosa che colla havevano. Quelli che tocchi non erano, tosto si scordavano gil amore loro. V’aggiunge che il lascivo amore ha chiamato il sue regno GRAVE ERRORE; il suo palazzo è fabbricato di SPERANZA. Tien per guardia il giorno la GELOSIA, il DUBBIO et il TIMORE, et la notte, la FALSA OPINIONE. Le scale sono l’USANZE, le camera d’ocii, di sogni, di disiri, et di perserveranze. I suoi servitore et camerieri sono canto, riso, adulazione, gratia et ceremonia. I suoi cortigiani,
stanco riposo, e riposato affanno;
chiaro disnor, e gloria oscura e negra;
perfida lealtate, e fido inganno;
sollecito furore, e ragion pegra. [Petrarch, Trionfo d’amore, IV, 145-148]
Molte altre cose va scrivendo quello ingeniosissimo huomo, ch’io per non esser troppo lungo traslascio.”
Bolzoni, 1984, 71, 75, ns. 56 and 62, pointed out that in Dolce’s Pitture of 1564, c. 41, this “quadro” became a “quadretto” “per mano di Canata, pittore molto valente.” Béguin, 1994, 273, recognized Delminio’s description as that of a lost picture by Rosso owned by Francis I.
It is not clear to me whether this description is that of an actual picture or rather a literary invention by Delminio with the attribution to Rosso given to make the picture appear credible. I am inclined to believe the latter. Béguin also noted that the next work of art described by Delminio (see Bolzoni, 1984, 130-131, under [LA FORTUNA]) was also a picture by Rosso owned by the king. But the description is of “la fortuna diligentement scolpita” and no remarks actually assign this sculpture to Rosso.