GIAN JACOPO CARAGLIO

The following prints catalogued as by Caraglio after Rosso’s designs are all mentioned by Vasari.  In his account of the career of Caraglio (1568, II, 305; Vasari-Milanesi, V, 424-426), he wrote:

“…dopo che Marcantonio hebbe facto tante opere,…capitando in Roma il Rosso, gli persuase il Baviera, che facesse stampare alcuna delle cose sue, onde egli fece intagliare a Gian Iacopo del Caraglio Veronese, che allora haveva bonissima mano, e cercava con ogni industria d’imitare Marcantonio, una sua figura di notomia seccha, che ha una testa di morte in mano, e siede sopra un serpente, mentre un cigno canta, laquale carta riusci di maniera, che il medesimo fece poi intagliare in carte di ragionevole grandezza, alcuna delle forze d’Hercole; l’ammazzar dell’Idra, il combatter col cerbero, quando uccide Caccho; il rompere le corna al Torno, la battaglia de’Centauri, e quando Nesso centauro mena via Deianira, lequali carte riuscirono tanto belle, ed di buono intaglio, che il medesimo Iacopo condusse, pure col disegno del Rosso, la storia delle Piche, lequali per voler contendere, e cantare a pruova e a gara con le Muse furono convertite in cornacchie; havendo poi il Baviera fatto disegnare al Rosso, per un libro, venti Dei posti in certe nicchie con i loro instrumenti, furono da G. Iacopo Caraglio intagliati con bella grazia, e maniera, e non molto dopo le lore trasformazioni, ma di queste non fece il disegno il Rosso se non di due, perche venuto col Baviera in diferenza, esso Baviera, ne fece fare dieci a Perino del Vaga; le due del Rosso furono il ratto si Proserpina, e Fillare trasformato in cavallo; e tutte furono dal Caraglio intagliate con tanta diligenza, che sempre sono state in pregio.  Dopo cominciò il Caraglio per il Rosso il ratto delle Sabine, che sarebbe stato cosa molto rara; ma sopravenendo il saccho di Roma non si potè finire, perche il Rosso andò via, e le stampe tutte si perderono, e se bene questa è venuta poi col tempo in mano degli stampatori, e stata cattiva cosa, per havere fatto l’intaglio chi no se ne intendeva, e tutto per cavar danari.”

In the “Life” of Rosso (1550, II, 800; Vasari-Ricci, 1927, IV, 246), Vasari wrote after mentioning the Cesi Chapel frescoes and the Dead Christ painted for Bishop Tornabuoni:

“Fece al Baviera in disegni di stampe, tutti gli dei, itagliati poi da Iacopo Caraglio alcune, quando Saturno si muta in cavallo; e quando Plutone rapische Proserpina.”  The same appears very little altered in Vasari, 1568, II, 207-208 (Vasari-Milanesi, V, 162).

Baviera (Baverio Carrocci di Parma), was, according to Vasari (Vasari-Novara, 1967, IV, 90, V, 193-194), an assistant to Raphael whose occupation for many years was the grinding of colors and who attended to the printing of Marcantonio’s plates engraved after Raphael’s designs.

None of Caraglio’s prints after Rosso’s designs bears Rosso’s name and only the first (Fig.E.26) of the twenty Gods in Niches bears the engraver’s.

For a short but full biography of Caraglio, see Archer, 1995, 73-75, followed by a catalogue of Caraglio’s engravings from Rosso designs, 114 ff., accompanying the plates in Boorsch and Spike, IB, 28, 1985.